Baldo by Franco Marcoaldi

Baldo by Franco Marcoaldi

autore:Franco Marcoaldi [Marcoaldi, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo dodicesimo

La grande fuga

Non lo dico con intento polemico, però Pozzo ha preso tutto dalla mamma, la quale è vero che da un po’ si è calmata, ma in passato è stata una ladra nota in tutta la regione (eh sí, anche lei, l’aristocratica, la cagna principessa, ha le sue défaillance). Di certo non ha preso da me, che sono sí ingordo, ma mai, dico mai, ho rubato il cibo dalla tavola. Nemmeno ai tempi in cui ero ancora esonerato dal ruolo di guardiano dell’anima di Uomo.

Vero è che in gioventú ho fatto fuori un paio di galline. Ma un conto è seguire il proprio istinto di cacciatore (per quanto poi offuscato da diversi e piú forti interessi e doveri), tutt’altro è comportarsi da bestie totalmente prive di educazione. E comunque, per restare alle galline, la mia attività di giovane killer non è minimamente paragonabile alla strage sistematica di pennuti operata da Pozzo (e Nina) nel pollaio del vicino, Nello: un omaccione sdentato, con un gran bozzo sulla fronte, le unghie sempre nere e un talento inventivo in ambito meccanico che ha del leggendario. Ve la rivendo come l’ho sentita: in queste lande si narra che sia in grado di trasformare, in quattro e quattr’otto, una motozappa in motosega. E viceversa.

I rapporti di Nello con il Dio-Padrone non sono mai stati idilliaci: quell’uomo, direbbero gli esperti, è affetto da una sindrome maniaco-depressiva; malattia diffusa anche qui in campagna, mica solo in città.

Quando è euforico, Nello – una vocina fessa su due spalle da vogatore – parla ininterrottamente, strologa sull’universo mondo e sbandiera giudizi su qualunque argomento (ragione in piú per ringraziare Dio di avermi fatto cane, dispensandomi cosí dall’avere pareri su questo e su quello).

Quando, al contrario, Nello entra nella fase depressiva, l’aggressività prende il sopravvento. Perché la vita in campagna sarà anche tanto bella, ma implica lunghi momenti di solitudine. E la solitudine, se da un lato può indurre alla contemplazione e alla speculazione, dall’altro può rivelarsi pericolosa e accendere nell’animo umano le peggiori paranoie.

Si esamini l’annosa questione dei confini. In novantanove casi su cento è assolutamente irrilevante se il posizionamento di quel dato leccio o di quella certa siepe di eleagnus rientra o meno nella linea divisoria depositata all’ufficio del catasto, ma se i due confinanti cominciano a fissarsi sulla virgola, è finita. Possono scatenarsi delle vere e proprie guerre, che durano decenni. Cosí, senza bisogno di aver letto intere biblioteche di storia e geopolitica, risulta immediatamente chiaro come l’aggressività umana sia in grado di esplodere per un’inezia, per un nonnulla.

Nello specifico, sono state innumerevoli le occasioni in cui Nello ha provato ad accendere la miccia: in un caso, perché il ramo di un nostro albero di cachi era caduto nel suo terreno; in un altro, perché la nostra fossa dell’acqua non era stata adeguatamente ripulita, con conseguenti, gravissimi danni per il suo raccolto (capirai!) Fatto sta che trovava (e trova) sempre una buona ragione per baccagliare. Ma il Dio-Padrone ormai lo sa. E gli dà lenza lunga, lo lascia dire, senza offrire mai il destro alle polemiche.



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